La favola de’ tre gobbi, libretto, Firenze, Pieri, 1751 (I tre gobbi rivali)

 PARTE PRIMA
 
 Camera con toletta.
 
 Madama VEZZOSA con una donzella
 
 MADAMA
 
    Alla toletta
 mi vado a porre;
 e cosa dite,
 non farò bene?
5Mi vuo' conciare
 ma da mia pari
 un bel toppè.
 
    Allor direte:
 «Oh com'è bella»
10ed io con gusto
 dirò: «Son quella
 così pulita».
 «Che bella vita»
 direte ancora
15«signora coll'andriè».
 
 Per tutte le botteghe
 so che di me si parla;
 per le vie, per le piazze e per le case,
 in ogn'angolo alfin della città
20non si fa che parlar di mia beltà;
 io però non son pazza;
 non mi fo vagheggiar per ambizione,
 non cerco cicisbei belli e graziosi
 ma ricchi, di buon core e generosi.
25So che la gioventù passa e non dura,
 onde chi non procura
 per tempo stabilir la sua fortuna
 arriva alla vecchiezza
 ed allora può dirsi: «Addio bellezza». (Viene la donzella)
30Come? Chi? Il marchese Parpagnacco.
 Venga, venga, è padrone. (Parte la donzella)
 Costui fa il signorone,
 benché nato villan, ma non importa;
 in oggi chi ha denaro in quantità
35porta nel suo taschin la nobiltà. (Viene il marchese Parpagnacco)
 PARPAGNACCO
 Riverente m'inchino
 a quella bella grazia
 che di farmi languir non è mai sazia.
 MADAMA
 Io faccio riverenza
40a quei vezzosi rai
 che di farmi penar non cessan mai.
 PARPAGNACCO
 Ah madama Vezzosa,
 siete molto graziosa!
 MADAMA
 Ah Parpagnacco mio,
45siete tutto bellezza e tutto brio!
 PARPAGNACCO
 Non dico per lodarmi;
 ma dacché son marchese
 faccio meravigliar tutto il paese.
 Quand'ero alla montagna,
50d'essere mi pareva un contadino,
 ora d'esser mi pare un ballerino.
 MADAMA
 Certo che un uomo siete
 veramente ben fatto,
 v'è un certo non so che dietro la schiena;
55ma è una cosa da niente e non dà pena.
 PARPAGNACCO
 Sì, vi dirò il perché, come ricolma
 di pesanti pensieri ho la mia mente,
 par che il dorso s'incurvi e non è niente.
 MADAMA
 Niente, niente, signor, lo dico anch'io,
60anzi grazia gli dà quel monticello
 e poi chi ha del denaro è sempre bello.
 PARPAGNACCO
 Denar? Voi lo sapete,
 feudi, ville, campagne,
 palazzi, servitù, sedie e carrozze,
65ori, argenti, diamanti e ricche spoglie
 non mi mancano mai. Voi lo sapete,
 io possiedo un tesoro.
 MADAMA
 (Certamente ha costui la gobba d'oro).
 PARPAGNACCO
 Una cosa mi manca.
 MADAMA
                                        E cosa è mai?
70Lei ha feudi e campagne,
 palazzi, servitù, sedie e carrozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie.
 PARPAGNACCO
 Mi manca... lo dirò... una bella moglie.
 MADAMA
 Ritrovarla conviene; una tal donna
75sarà ben fortunata,
 se la trovi, signore.
 PARPAGNACCO
                                     Io l'ho trovata.
 MADAMA
 E chi è mai? E chi è mai? Sarà sicuro
 giovine, com'è lei, graziosa e bella.
 PARPAGNACCO
 Lo volete saper? Voi siete quella.
 MADAMA
80Io? Davvero? Lo credo; oh me felice!
 Oh che sorte! Oh che grazia! Oh che contento!
 Quas'impazzir dall'allegria mi sento;
 (se mi credi, minchion, la sbagli affé;
 voglio i denari tuoi, non voglio te).
 PARPAGNACCO
85Questa vostra allegrezza
 m'empie il cor di dolcezza;
 sudo, smanio e deliro;
 rido per il contento e poi sospiro.
 
    Quegli occhietti, belli belli,
90m'hanno fatto innamorar;
 quei labbretti, cari cari,
 mi potrebber consolar.
 Quel ch'io vedo e ch'io non vedo
 mi fa sempre sospirar.
 
95   Occhi vezzosi,
 labri amorosi,
 via, non mi fate
 più delirar.
 
    Di penar son ormai stracco,
100del mio mal chiedo pietà.
 Il marchese Parpagnacco
 di madama ognor sarà.
 
    Sì, vezzosetta,
 cara, caretta,
105non saprei... non vorrei...
 che m'avesse ad ingannar.
 
 MADAMA
 Io ingannarvi, signor? Mi maraviglio,
 in casa mia non vien nessun al mondo;
 io non sono di quelle... Eh faccia grazia,
110dove ha comprato mai quel bel diamante,
 spiritoso e brillante?
 Certamente è un incanto.
 PARPAGNACCO
 Le piace?
 MADAMA
                     Signorsì, mi piace tanto.
 PARPAGNACCO
 Padrona.
 MADAMA
                    Maraviglio.
 PARPAGNACCO
                                           Eh via.
 MADAMA
                                                           No certo.
 PARPAGNACCO
115Mi fa torto.
 MADAMA
                        Ma poi... Non vuo', non vuo'.
 PARPAGNACCO
 Eh lo prenda...
 MADAMA
                              Via, via, lo prenderò...
 PARPAGNACCO
 Dunque, mia cara sposa... (Viene la donzella)
 MADAMA
                                                   Con licenza,
 il barone Macacco
 mi viene a visitar? Non so che dire,
120farlo indietro tornar non è creanza.
 Venga pur, ch'io l'attendo in questa stanza.
 Oh gioia mia diletta. (Parte la donzella)
 Son imbrogliata assai. Vien mio fratello.
 Uomo senza cervello e assai manesco,
125se vi vede con me, voi state fresco.
 PARPAGNACCO
 Dunque, che deggio far.
 MADAMA
                                              Io vi consiglio,
 per fuggir il periglio,
 nascondervi colà.
 PARPAGNACCO
                                  Poi, se mi trova?
 MADAMA
 Lasciate far a me,
130difendervi prometto.
 PARPAGNACCO
 Che mi spiani la gobba io già m'aspetto. (Si ritira in una camera)
 MADAMA
 Vi vuol un po' d'ingegno
 a far l'amor con questo e con quell'altro
 e vi vuol pronto labbro ed occhio scaltro. (Vien Macacco)
 MACACCO
135Ma... ma... ma... ma... ma... ma... ma... ma... madama
 vi chie... chiedo perdono.
 MADAMA
 Del barone Macacco io serva sono.
 MACACCO
 Cosa fa... fa... fa... fa... fate?
 MADAMA
 Io sto be... be... be... bene.
 MACACCO
140Non mi co... co... co... co... corbellate.
 MADAMA
 Pensi lei; signorsì,
 parl'anch'io qualche volta co... così.
 MACACCO
 Io son inna... na... na... na... na... namorato
 di voi, mia be... be... bella,
145viver non po... po... posso
 senza chie... chie... chie... chie... chiedere aita
 da voi che che che siete la mia vita.
 MADAMA
 (Che ti venga la rabbia.
 Oh che bella figura!
150Questo può dirsi un mostro di natura).
 MACACCO
 Le raga... ga... ga... ga... gazze
 mi co... co... corron dietro,
 vorrian ch'io pa... pa... pa... pa... pazzamente
 le amassi ma non fa... fa... fa... fanno niente.
 
155   Se... senta, Ve... Vezzosa be... bella,
 per le... lei in me... me... mezzo al co... core
 d'amo... mo... more la ta... tarantella
 m'ha m'ha fa... fa... fatto un pi... pi... pizzicore
 che lo fa sa... sa... salticchiar.
 
 MADAMA
160Caro signor Macacco,
 quando lei fosse sposo,
 sarebbe poi geloso?
 MACACCO
                                       Pe... pensate,
 vorrei che la mia sposa
 fosse co... co... co... co... corteggiata
165e spiritosa va... va... vagheggiata.
 MADAMA
 Non vi saria pericolo
 che gli facesse torto,
 poiché più bel di lei
 che si trovi nel mondo io non saprei.
 MACACCO
170Io sono ben fa... fatto,
 son be... be... be... be... bello in conclusione
 e non son un mi... mi... mi... mi... minchione.
 MADAMA
 (Che faccia di ca... ca... ca... ca... castrone). (Viene la donzella)
 Mi permettete? (A Macacco)
 MACACCO
                                 Sì sì, signora sì.
 MADAMA
175Oh questa è bella affé.
 Se quest'altro sen vien saranno tre.
 (Sì sì, veng'ancor lui,
 soggezion non mi prendo di costui). (Parte la donzella)
 Giacché non è geloso,
180caro signor barone,
 con buona permissione
 un altro cavalier vuol visitarmi,
 onde la prego in libertà lasciarmi.
 MACACCO
 Fa... fa... fa... fa... fate pure,
185so anch'i... ch'io la usanza,
 mi mi mi riti... tiro in questa stanza.
 MADAMA
 Questo sarebbe il caso (Entra in un’altra camera)
 per una cui piacesse
 di vivere al gran mondo,
190ha la vita piegata e il capo tondo. (Viene il conte Bellavita)
 IL CONTE
 Permetta, anzi conceda
 che prostrato si veda
 il prototipo ver de' rispettosi,
 l'infimo de' suoi servi generosi.
 MADAMA
195Son sua serva obbligata.
 IL CONTE
 La fama ha publicato
 i pregi vostri con eroica tromba;
 l'eco intorno rimbomba
 il nome espressamente
200di madama Vezzosa alto e potente.
 MADAMA
 Sempre serva di lei.
 IL CONTE
 Ed io pur bramerei,
 anzi sospirerei,
 benché il merito mio sia circonscritto,
205nel ruolo de' suoi servi esser descritto.
 MADAMA
 Anzi de' miei padroni.
 IL CONTE
 Ah madama, perdoni
 se tracotante, ardito,
 gli porgo il dolce invito
210d'esiger il favor alto e sovrano
 di poterle baciar la bianca mano.
 MADAMA
 (Non vuo' di divertirmi
 perder la congiuntura
 con questa original caricatura). (Gli dà a baciar la mano)
215Si accomodi.
 IL CONTE
                           La fama
 poco disse finor di voi parlando,
 voi cantando, esaltando,
 veggo più, veggo molto
 in quell'amabil volto
220che con raggi di placido splendore
 spiega l'idea del liberal suo core.
 MADAMA
 Signor, lei mi confonde,
 vorrei dir ma non so;
 per andare alla breve, io tacerò.
 IL CONTE
225Quel silenzio loquace
 quanto, quanto mi piace. Ella tacendo,
 col muto favellar va rispondendo;
 ed io, che tutto intendo,
 il genio suo comprendo;
230ella vuol favorirmi ed io m'arrendo;
 ed accetto le grazie e grazie rendo.
 MADAMA
 Non ne dica di più, lo so, lo credo,
 lo capisco, lo vedo.
 Lei è tutto ben fatto;
235lei è tutto gentil. (Lei è un bel matto).
 IL CONTE
 Cosa dite, madama,
 che io inteso non ho?
 MADAMA
                                         Ah!
 IL CONTE
 Ma cos'è quel sospiro?
 MADAMA
                                            Io non lo so.
 
    Che posso dirvi, oh dio!
240Altro non so dir io,
 che un certo palpitare
 mi toglie il respirare.
 Lei, ch'è in amor perfetto,
 intender lo potrà.
245Ma perché poi furbetto
 fingere vuol con me?
 
    Il merlotto già crede
 ch'io voglia amarlo;
 ma voglio burlarlo,
250ch'io non mel sogno affé.
 
 IL CONTE
 Senta, signora mia, per dire il vero,
 io son un cavaliero,
 ameno e disinvolto,
 se lei mi osserva in volto,
255un certo non so che vi vederà
 che s'accosta di molto alla beltà.
 Circa la grazia poi, non fo per dire,
 osservi la presenza,
 col piè sempre in cadenza;
260nelle braccia grazioso,
 nel gestir manieroso,
 si può dire ch'io sia cosa compita;
 e poi che serve? Il conte Bellavita.
 MADAMA
 Già si sa, già si vede,
265la sua vita ben fatta è cosa rara.
 Vezzi e grazie da lei ciascuno impara.
 Ella con favorirmi mi fa onore,
 cirimonie non fo, son di buon cuore.
 IL CONTE
 Viva il bon cor. Anch'io l'affettazione
270odio nelle persone;
 parlar mi piace natural affatto,
 perciò dal seno estratto
 il più divoto e caldo sentimento,
 trabocca dalle labbra il mio contento.
 
275   Mi guardi in volto,
 guardi che brio,
 tutto son io
 grazia e beltà.
 
    Con le madame
280piango e sospiro.
 Con chi mi offende
 sbuffo e deliro;
 l'aria da nobile
 bene mi sta.
 
 MADAMA
285Non si stia a faticare,
 sempre meno dirà di quel che appare;
 ma, se tanto è grazioso,
 sarà anco generoso.
 IL CONTE
                                      E cosa importa?
 Dov'è grazia e beltà,
290non si ricerca generosità.
 MADAMA
 Signor, lei mi perdoni, in questo sbaglia.
 Un amante, ancorché bello e grazioso,
 quando si mostra avaro,
 alla donna non puol esser mai caro.
 IL CONTE
295Dunque con i miei vezzi
 io non posso da voi sperar affetto?
 MADAMA
 Per me, vi parlo schietto,
 se mi volete innamorar da buono,
 fate che dell'argento io senta il suono.
 IL CONTE
300Sarà dunque un amor interessato.
 MADAMA
 Sarà l'amor che dalle donne è usato.
 IL CONTE
 Parmi di sentir gente.
 MADAMA
                                           Ah dite piano,
 poiché tengo un germano
 ch'è piuttosto cervello stravagante;
305se ci sente, vorrà far l'arrogante.
 IL CONTE
 Tiriamoci più in qua. Torniamo un poco
 al discorso di prima,
 per esempio, volendo
 darvi un segno d'amor, quest'orologio,
310dite, saria opportuno?
 MADAMA
 Ah sì, ne ho perso uno
 simile appunto a quello.
 IL CONTE
 Guardate con che grazia io vel presento.
 MADAMA
 Oh che grazia gentil! Siete un portento.
 IL CONTE
315Mi vorrete poi bene?
 MADAMA
                                         Uh tanto, tanto.
 IL CONTE
 Vi piace il volto mio?
 MADAMA
                                         Siete un incanto.
 IL CONTE
 
    Vezzosa gradita,
 mio dolce tesoro.
 
 MADAMA
 
 Per voi, Bellavita,
320io smanio, io moro.
 
 A DUE
 
 Che dolce contento
 ch'io provo, ch'io sento!
 Che brio! Che beltà!
 
 IL CONTE
 
    Ohimè, sento gente.
 
 MADAMA
 
325No no, non è niente;
 sarà mio fratello.
 
 IL CONTE
 
 Ha poco cervello,
 tremar ci farà.
 
 MADAMA
 
    Non tema di nulla;
330stia fermo, stia qua.
 
 PARPAGNACCO
 
    Padron riverito.
 
 IL CONTE
 
 Son servo obbligato.
 
 PARPAGNACCO
 
 È tutto compito. (A madama)
 
 IL CONTE
 
 È assai ben creato. (A madama)
 
 MADAMA
 
335Sorella gli sono,
 spiacermi non sa.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
    (Fratello più buono
 di lui non si dà).
 
 MADAMA
 
    Per fino ch'ei parte,
340celatevi là. (Piano a Parpagnacco)
 
 PARPAGNACCO
 
 È troppa bontà.
 
 MADAMA
 
    Andate in disparte,
 che poi partirà. (Piano al conte)
 
 IL CONTE
 
 È troppa bontà.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
345   Gli son servitore.
 Comandi, signore,
 ma con libertà. (Si ritirano)
 
 MADAMA
 
    Oh questa sì ch'è bella!
 M'hanno creduto affé.
 
 MACACCO
 
350   Non c'è più più nessuno,
 to... to... to... tocca a me.
 
 MADAMA
 
    E questo bel Macacco
 da me cosa vorrà?
 
 MACACCO
 
    Mia ca... ca... ca... ca... cara.
 
 MADAMA
 
355Mio be... be... be... be... bello.
 
 A DUE
 
 Son qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
    Un altro suo fratello
 codesto ancor sarà?
 
 MADAMA
 
    Or son nell'imbroglio.
360Non so cosa sarà.
 
 MACACCO
 
 Son qua qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
    Ebben quanti fratelli
 avete, mia signora?
 
 MADAMA
 
 Padroni cari e belli,
365io non glielo so dir.
 
 PARPAGNACCO
 
    Voi siete menzognera.
 
 IL CONTE
 
 Voi siete lusinghiera.
 
 A DUE
 
 Scoperta siete già.
 
 MADAMA
 
    Andate, che vi mando;
370andate via di qua.
 
 MACACCO
 
 Co... cosa mai sarà!
 
 A QUATTRO
 
    Che razza maledetta,
 che rabbia che mi fa.
 
 Fine della prima parte